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LA MARCIA della PACE PERUGIA-ASSISI

Parlare della Marcia della Pace potrebbe risultare riduttivo e difficile, in quanto tutti i più potenti mezzi di comunicazione hanno già riservato all'evento così tante pagine, parole e inchiostro da banalizzarlo e ridurlo ad un semplice cozzaglio di critiche, ai vari elementi politici partecipanti e ad una inutile sfilata di persone semplicemente contro il sistema e non piuttosto mosse da una profonda convinzione personale. Per cui l'immagine, che è stata fatta passare, della Marcia della Pace è ancora una volta sfocata e terribilmente distorta. Si attendevano disordini e una nuova Genova, ignorando completamente il fatto che tutti i partecipanti manifestavano per la Pace: e infatti nessuno è stato picchiato e nessuno è diventato un terribile vendicatore mascherato. Magari sarebbe stata così anche Genova, se l'immaginario collettivo non si fosse aspettato e non avesse previsto e di conseguenza incitato il Far-West!

Ma torniamo alla Marcia. Si è svolta domenica 14 Ottobre 2001. Si è trattato di un percorso di 23 Km a piedi: da Perugia ad Assisi. Il Social Forum di Senigallia è riuscito ad organizzare 4 pullman per un totale di ben 180 persone!! La partenza, alle 6:45,ci ha visti sicuramente tutti un pò assonnati, ma subito all'arrivo l'entusiasmo ha preso il sopravvento: e chi l'avrebbe detto che alla fine ancora avremmo saltato e ballato?! Siamo arrivati verso le 10:30 circa e con un pò di fatica e sforzo siamo riusciti ad inserirci nel grande corteo. Inutile dirlo, i colori e i canti erano i veri padroni della giornata. Il sole splendeva e le nostre bandiere e grida animavano ogni cosa, anche i cartelli stradali!! Ad un certo punto, lì, in mezzo a tutta quella gente, ho ripensato alla Giornata Mondiale dello scorso anno, a Tor Vergata e alle parole del Papa che diceva: "...voi non vi arrenderete ad un mondo in cui altri esseri muoiono di fame, voi difenderete la pace sempre anche con la vita se necessario...".

E lì c'eravamo proprio tutti, dagli elementi politici alle associazioni religiose, dai social forum agli altri movimenti anti-g8. Ed era bellissimo vedere un corteo sterminato di persone che credono ancora nella pace, persone che per questa loro convinzione sono state definite irrealiste e non sono state prese in considerazione perchè appunto credono in qualcosa che non può esistere nel presente. Eppure queste 200.000 persone c'erano e hanno voluto gridare un NO assoluto alla guerra. Un NO che non significa SI al terrorismo, e non implica buonismo e permissivismo. Era un NO che stava a significare che la Pace va sempre ricercata e che in ogni evento è la Pace il punto di partenza e non di arrivo.

Partecipare alla Marcia non ha avuto una particolare importanza soltanto per la situazione storica che il mondo intero si trova a dover affrontare, ma è stata l'occasione annuale di riflessione su tutte le guerre in atto anche ora, spesso provocate da noi popoli occidentali, dalle nostre armi. E' stato il punto di ritrovo per tutti coloro che hanno voluto dedicare un'intera giornata a tutte le vittime troppo spesso dimenticate di tutte le guerre, è stata l'opportunità di volgere lo sguardo a tutti i nostri fratelli sparsi nel mondo mutilati dalle nostre mine anti-uomo, oppure costretti ad uccidere e ad obbligare altri uomini per poter aspirare ad un futuro di amore e libertà.

La pace non deve essere un progetto utopistico. Troppo spesso si ricorre alle armi, solo per il fatto che da sempre è stato utilizzato e in un certo senso anche imposto questo sistema di risoluzione. La guerra provoca distruzione e la guerra produce guadagni. A questo la Marcia ha detto NO: al non voler la Pace perchè improduttiva e di conseguenza scomoda.

Lungo la marcia la gente affacciata ai balconi ci salutava e ci incitava ad andare avanti, ci applaudiva e ci offriva acqua fresca. Tutto questo ci faceva capire che continuare a credere può portare solo ad un qualcosa di positivo, ad un desiderio universale del più nobile valore: perchè non bisogna mai credere alla frase: "non c'era altra soluzione" e perchè non vogliamo essere la società degli sconfitti, che non riescono a trovare alternativa alle armi. In realtà l'alternativa è scomoda e non deve essere ricercata!

Arrivati alle 17:30 circa a S. Maria degli Angeli abbiamo iniziato a ballare e abbiamo continuato a cantare. Il bellissimo ricordo che porterò sempre con me è di questo fiume di persone che colorava le strade e si muoveva deciso e sicuro verso la Meta! La guerra, come diceva Euripide, il grande tragediografo greco, è totalmente inutile, porta distruzione ai vinti e ai vincitori, conferma la debolezza dell'uomo, la sua fragilità e sottolinea uno dei lati più sconosciuti del suo animo: il suo odio. E l'odio continua a provocare altro odio.

Dalla nostra inviata Giulia Torbidoni

 

 
 

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